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Archive for Marzo, 2016

Autotrasporto: regolamento 165/2014-tachigrafo

Marzo 10, 2016 By: PolissFormazione Category: Senza categoria

tachigrafo

Dal 2 marzo 2016 entrano a pieno regime le ulteriori disposizioni in materia di tachigrafo contenute nel Regolamento (UE) n. 165/2014. Gli articoli 24, 34 e 45 sono già entrati in vigore il 2 marzo 2015.

Dal 2 marzo 2016 entrano a pieno regime le ulteriori disposizioni in materia di tachigrafo contenute nel Regolamento (UE) n. 165/2014. Gli articoli 24, 34 e 45 sono già entrati in vigore il 2 marzo 2015.
Il provvedimento abroga le disposizioni del Regolamento (CEE) n. 3821/85, comprese quelle contenute nell’Allegato IB, e modifica il Regolamento (CE) n. 561/2006.
Il Regolamento è principalmente centrato a disciplinare le funzioni del tachigrafo, ma contiene, tra l’altro, disposizioni che riguardano le omologazioni, installazioni e riparazione dell’apparecchio, il rilascio, la durata, la validità della carta del conducente e dell’officina, nonché quelle relative all’introduzione di tachigrafi intelligenti (collegati ad un servizio di tracciamento satellitare e della connessione a distanza per la trasmissione dei dati, anche a postazioni di controllo situate lungo la strada).
Si prevede, altresì, la possibilità per gli Stati membri, in casi debitamente giustificati ed eccezionali, di rilasciare una carta del conducente temporanea e non rinnovabile valida per un massimo di 185 giorni, a un conducente che non ha la sua residenza abituale in uno Stato membro, a condizione che l’autista abbia un regolare rapporto di lavoro con un’impresa stabilita nello Stato membro di rilascio.
Il provvedimento, inoltre, prevede il rafforzamento dell’obbligo delle imprese di trasporto di garantire ai propri conducenti una formazione e istruzioni adeguate per quanto riguarda il buon funzionamento dei tachigrafi, sia digitali che analogici. Tale disposizione si pone in un “contesto” di continuità con quanto previsto dall’art. 10 del Regolamento (CE) n. 561/06.

Vedi anche: Regolamento+(CE)+n.+165_2014 (.pdf)

 

[Tratto da: confindustria.benevento.it ]

REACH: Regolamento (UE) 2016/266 della Commissione, del 7 dicembre 2015

Marzo 10, 2016 By: PolissFormazione Category: Senza categoria

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Sulla Gazzetta ufficiale europea è stato pubblicato il Regolamento UE 2016/66/UE del 7 dicembre 2015 che aggiorna il Regolamento (CE) n. 440/2008 che istituiva dei metodi di prova per determinare le proprietà fisico-chimiche, la tossicità e l’ecotossicità delle sostanze chimiche applicabili ai fini del regolamento (CE) n. 1907/2006.

L’aggiornamento è dato dai nuovi e aggiornati metodi di prova adottati di recente dall’OCSE.

In particolare l’adeguamento contiene 20 metodi di prova che permettono la determinazione di una proprietà fisico-chimica ci cui, 11 nuovi, 3 aggiornati per la valutazione dell’ecotossicità, e 5 nuovi per valutare il destino e il comportamento ambientale.

Riferimenti normativi:
Regolamento (UE) 2016/266 della Commissione, del 7 dicembre 2015

REGOLAMENTO (UE) 2016/266 DELLA COMMISSIONE del 7 dicembre 2015 in formato PDF – CELEX-32016R0266-IT-TXT

La nuova devianza giovanile: Il Cyberbullismo

Marzo 08, 2016 By: PolissFormazione Category: SOCIALE

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Lanciare il sasso, e nascondere la mano. Inviare un SMS, e nascondere la propria identità. Due diversi modi di attaccare. Due diversi modi di colpire e ferire. Un solo, però, unico intento: far del male. Di questo si tratta quando si parla di Cyberbullismo. Un fenomeno che sempre più, oggi giorno, si sta diffondendo a livello planetario, inserendosi in un quadro di profondi mutamenti degli scenari sociali e comunicativi. Il termine bulling fu coniato dall’educatore canadese Bill Belsey (2002) e ripreso poi da Peter K.Smith e collaboratori, che proposero una definizione del termine molto legata al concetto di bullismo tradizionale: “atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o da un gruppo di individui usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima”. E in letteratura, si stenta ancora a pronunciarsi sul dilemma se i bulli e i cyberbulli siano gli stessi soggetti. Dì fatto, dietro un mezzo tecnologico si può nascondere chiunque. Una figura alla quale non sono più richieste determinate caratteristiche fisiche. Il bullo, è un “Davide” che ha a sua disposizione una vasta gamma di strumenti tecnologici che gli permettono di raggiungere la sua vittima in ogni istante, rendendo obsoleto il temuto bullo di quartiere. Attraverso l’uso d’internet e del telefonino, è possibile fare prepotenze di tutti i tipi, soprattutto oggi che ci troviamo nell’era web 2.0. Un’era in cui le interazioni sito-utente (blog, forum chat ecc.) sono molto diffuse e di moda, e dove per chiunque è facile ottenere informazioni riguardanti la sfera privata. Lì il bullo, grazie anche all’anonimato del web, agisce indisturbato, troppo spesso avallato dal silenzio-assenso degli altri utenti. E mentre un tempo, dal bullo ci si poteva in qualche modo nascondere o si era colpiti solo in determinati luoghi (scuola, parco, posti pubblici in generale), nel cyberspazio, non ci sono più confini e in ogni momento si può essere la vittima scelta da qualcuno. Un qualcuno che colpirà in modo subdolo e devastante, infliggendo indelebili ferite. E questo più che i dati statistici, lo confermano le fragili anime che, davanti alla pubblica gogna virtuale, non sono state in grado di reagire e hanno trovato come unica via d’uscita il suicidio. Un suicidio indotto che non porterà mai, nella maggior parte dei casi, ai nomi dei colpevoli.
Studi sul fenomeno hanno cercato di tracciare le caratteristiche tipiche del bullo, focalizzando l’attenzione su variabili come la classe sociale, la famiglia e la personalità. Variabili non in grado però di stereotipare un fenomeno che taglia trasversalmente le classi sociali. Una minaccia incontrollabile della moderna e progredita società, che stenta a trovare una causa o una motivazione che delimiti il problema o in qualche modo lo circoscriva. Un problema che preoccupa la comunità scientifica più per la sua gravità e violenza, che per la sua incidenza (Menesini).
Celati dietro un nickname o un avatar, che gli permettono di operare nel web indisturbati, i cyberbulli colpiscono per una pura sensazione di dominio sulla vittima, e per garantirsi una supremazia nel gruppo dei pari. Persi in questa costruzione deviata del proprio sé, si muovono nella “non realtà tecnologica” coscientemente, ma senza alcuna consapevolezza emotiva. Questo perché agendo di nascosto, non sono coinvolti, non vedono la reazione della loro vittima e non conoscono fino in fondo le conseguenze delle loro azioni che, come ad esempio il sexting (invio d’immagini e testi sessualmente espliciti) si può considerare come una vera e propria minaccia digitale. E questo, come già accennato sopra, accade proprio a causa della leggerezza con cui oggi, si aprono le porte del proprio vissuto. Un obbligo dal quale sembra difficile esimersi. E condividendo pensieri e immagini di se stessi, si abbattono i confini tra il proprio mondo interiore e il mondo web. Un mondo, quest’ultimo, troppo difficile da poter tenere sotto controllo, specie oggi che regole precise, in questo campo, non sono state ancora dettate. Ad esempio in Italia, in queste settimane, il Presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, sta proponendo una norma adeguata al Bullismo, cercando di introdurre un reato specifico e corsi di prevenzione. Si sta pensando di applicare misure più incisive graduate in funzione dell’età: DASPO di telefonini (divieto da parte dei bulli di usare i telefonini), confisca dei computer, sanzioni penali. Il tutto con l’intento di scoraggiare certi comportamenti che, se non vietati dalla legge, sembrano legittimarsi solo perché diventati di uso comune. Legittimo far finta di niente e stare a guardare. Legittimo prendere in giro. Legittimo calunniare.

Dott.ssa Tania Nardi