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Gli effetti del rumore sul benessere dell’individuo

Maggio 13, 2015 By: PolissFormazione Category: INQUINAMENTO ACUSTICO

Il Dipartimento Organi di Senso, “Sapienza” Università di Roma e il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo-Facciale, Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia, “Sapienza” Università di Roma hanno pubblicato uno studio sugli effetti del rumore sul benessere dell’individuo su International Open Access Journal of Prevention and Research in Medicine, diretto dal Prof. Francesco Tomei.
Lo studio mette in evidenza che il Rumore è un elemento che deriva dallo stress ambientale e che ha un notevole impatto sulla salute e sul benessere fisico, mentale e sociale dell’uomo. Le sorgenti rumorose possono derivare da fonti interne di ambienti chiusi oppure provenire da sorgenti esterne legate al traffico stradale aereo e ferroviario, all’industria, ai lavori pubblici, discoteche.

La principale fonte di rumore esterno è rappresentata dal traffico stradale e quasi 120 milioni di persone sono sottoposte a livelli di rumore del traffico stradale eccedenti i 55 dBA.

Il rumore è causa di danno (ipoacusia, sordità).

Il danno provocato dal rumore a carico dell’apparato uditivo può essere di tipo acuto quando si realizza in un tempo breve a seguito di una stimolazione particolarmente intensa (scoppio, esplosione ecc.) e di tipo cronico quando evolve nel corso degli anni a seguito di un’esposizione prolungata ad elevati livelli di rumore.

Suoni e rumori possono causare effetti uditivi ed extrauditivi.

Gli effetti extra-uditivi coinvolgono l’apparato cardiovascolare, con fenomeni di vasocostrizione periferica già a livelli di esposizione di 70 dB ed un aumento della pressione arteriosa per valori superiori a 90 dB.

A 95 dB si osservano problemi all’apparato respiratorio, digerente, endocrino e gastroenterico. Tra gli effetti neuropsichici il rumore può provocare o un aumento dello stato di vigilanza o una diminuzione dell’attenzione. In altri soggetti si è riscontrata insonnia, irritabilità e addirittura sindromi ansioso-depressive. Gli effetti uditivi si manifestano con lesioni irreversibili dell’organo dell’udito che, fortunatamente, smettono di progredire cessata l’esposizione al rumore.

In sintesi si riportano gli effetti negativi del rumore:

  • Apparato uditivo – Sintomi: fischi e ronzii persistenti – Evoluzione: sordità – soglia: 80 db
  • Apparato cardio-vascolare – Sintomi: Accelerazione del ritmo cardiaco, Aumento Pressione Arteriosa – Evoluzione: Arteriosclerosi – soglia: 75 db
  • Apparato cerebrale – Sintomi: disadattamento – Evoluzione: turbe psichiche – soglia: 95 db
  • Apparato digerente – Sintomi: disturbi digestivi, bruciori stomaco – Evoluzione: Gastrite, ulcera – soglia: 95 db
  • Apparato respiratorio – Sintomi: Tachipnea, Diminuzione Volume corrente – soglia:95 db
  • Equilibrio – Sintomi: vertigini, nausea – Evoluzione: perdita equilibrio – soglia: 110 db

Non esiste nessuna difesa naturale contro il rumore, esso infatti può distruggere le cellule ciliate in maniera lenta ma irreversibile, per cui l’orecchio non è più in grado di trasformare le onde sonore in impulsi nervosi e di conseguenza si perde la capacità di udire (IPOACUSIA).

Il rumore produce inoltre alterazione del sonno.

L’età del soggetto e la sua situazione psicofisica condizionano il grado di alterazione del sonno. Gli effetti del rumore sul sonno sono caratterizzati dalla difficoltà o lentezza nell’addormentamento oltre ai possibili numerosi risvegli notturni. Queste condizioni protratte nel tempo determineranno la diminuzione della qualità del sonno, malessere generale e stanchezza. Queste condizioni stressanti a loro volta possono portare al rischio di sviluppare Ipertensione arteriosa e Infarto del miocardio. Secondo Eberhardt i bambini sono fisiologicamente più sensibili al rumore notturno (reagiscono agli stimoli acustici con intensità più basse di 10-15 dB).

Infine lo studio evidenzia che “gli effetti legati al rumore possono essere suddivisi in tre categorie sulla base di quando la risposta al rumore avviene in seguito all’esposizione. Gli effetti si dicono Primari, quando avvengono durante i periodi di esposizione e tra questi distinguiamo quelli acuti (attività di interferenza, mascheramento di parola) e quelli cumulativi (secrezione di ormoni da stress, epinefrine, norepinefrine, corticosteroidi durante la notte); Secondari quelli risultanti dagli effetti primari e possono verificarsi durante o dopo il periodo di esposizione e Terziari, da esposizione prolungata agli effetti secondari “.

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